Ma sopra tutte le invenzioni stupende, qual eminenza di mente fu quella di colui che s’immaginó di trovar modo di comunicare i suoi più reconditi pensieri a qualsivoglia altra persona, benché distante per lunghissimo intervallo di luogo e di tempo? Parlare con quelli che son nell’indice, parlare a quelli che non sono ancora nati né saranno se non di qua a mille e dieci mila anni? E con qual facilità? Con i vari accozzamenti di venti caratteruzzi sopra una carta. (“Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo” – Galileo Galilei) Humus minerale sul quale cresce un erbaceo che mondato si fa fieno, e ancora anice è rosmarino. Il giallo paglierino del Cru Roncolo del Durlo (UGA “Carbonara), ci racconta di pendii scoscesi, dove rocce basaltiche, strutturate in muretti a secco, sostengono un terreno vulcanico, nel quale le viti di Garganega affondano radici centenarie. Il sorso diretto, salino e a tratti idrocarburico, comunica senza perdersi in superflue lungaggini. Un Soave – nato su fecce fini in acciaio – che sa raccontare la matrice vulcanica da cui proviene. La meraviglia dell’alfabeto, la cui apologia di Galileo, per bocca di Sagredo, ci racconta della più mirabolante invenzione antropocenica; nel Roncolo del Durlo, si fa materia enologica, e attraverso i sensi scrive di sé stesso, conciso, diretto, ineluttabile.
AEDODELVINO
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