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Selvanova

Dalla collina coperta dai vigneti lo sguardo coglie il Monte Matese ad Est e il Monte Taburno ad Ovest. Il fiume Volturno solca la vallata dando vita a pascoli, boschi, vigneti e uliveti. In questo

quadro fiabesco si trova Selvanova. Era 1997 quando Antonio Buono, grande appassionato di agricoltura sostenibile, inizia a dedicarsi alla coltivazione delle uve.

I 10 ettari di vigneti, piantati tra il 1999 e il 2002 e suddivisi in cinque appezzamenti con esposizione e altitudine differenti, ospitano Pallagrello Bianco, Pallagrello Nero, Aglianico e Fiano. Tutti i vini Selvanova sono certificati biologici dal 2000.

I nomi dei vini raccontano la storia dei luoghi. I fermi portano il nome della famiglia Luino che gestiva il trasporto di uomini e animali sul fiume Volturno tramite una scafa, cioè una zattera

trascinata sulle acque del fiume con una corda tesa tra le due sponde. La zattera più piccola, chiamata Londro, serviva a salvare la vita al mal capitato che dovesse cadere in acqua, dà il nome ai vini frizzanti.

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