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Cantina Di Prisco

Tutto nasce un po’ per caso, mio papà Pasqualino dentro il garage di casa insieme ad altri si raccoglie di sera per frequentare un corso di enologia promosso dalla provincia di Avellino.

Quella che all’ora non era ancora la cantina Di Prisco aveva due ettari di vigneto volti alla coltivazione di Trebbiano uno di quei vitigni che si impiantava per via della sua resa, ma a Pasqualino piace l’idea di produrre vini autoctono per valorizzare a pieno il territorio, così inizialmente quel vigneto di Trebbiano viene innestato con del Fiano di Avellino, il risultato piace e dopo qualche anno il vigneto iniziale viene espiantato e reimpiantato, questa volta direttamente a Fiano andando ad eliminare quelle che potevano essere le problematiche dell’innesto nel tempo.

Si aggiungono nuovi impianti di Aglianico e Greco di Tufo che insieme alla Coda di Volpe andranno a raccogliere tutte le etichette prodotte dalla cantina Di Prisco. L’indole di Pasqualino tuttavia è per la produzione dei rossi e nel ’97 va in bottiglia la prima annata di Taurasi, un anno importante, che sancisce l’inizio della produzione di grandi vini da invecchiamento.

Negli anni la cantina Di Prisco ha cambiato il suo stile di vinificazione sia per quanto riguarda i bianchi sia per i rossi. Infatti i rossi che prima venivano affinati in barrique ora fanno solo botte grande, mentre i bianchi essendo di collina vengono affinati almeno due anni in modo tale da esaltare ancora di più la loro struttura e le caratteristiche peculiari che questi terreni ci regalano.

Si è voluta dare un’identità a tutti i vini, infatti oggi si vinifica solo da singolo vigneto, andando ad evidenziare la grandezza e l’importanza di un territorio ricco e diverso allo stesso tempo che da qualità e caratteristiche singolari a tutti i vini.

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